Flessibilità oraria: orario di lavoro #2

Ridurre l'orario di lavoro: quali effetti?

Scritto da Elena Tosatto il 13 Marzo 2019 @ 12:56 - Curiosità

Orario lavorativo: è possibile la riduzione?

Abbiamo già discusso dell’orario di lavoro nel precedente articolo; qui vogliamo parlare della flessibilità oraria. Perché la diminuzione dell’orario di lavoro porti benessere e produttività, dovrebbero verificarsi alcuni requisiti. In particolare:

  • una diminuzione effettiva della quantità di lavoro. In caso contrario, aumenta ulteriormente lo stress, a discapito del rendimento;
  • un pari trattamento economico rispetto all’orario standard;
  • una uguale o maggiore produttività rispetto all’orario standard;
  • una diminuzione del livello di stress da parte del lavoratore, dunque una maggiore soddisfazione.
riduzione orario lavoro

Cambio di prospettive per una maggiore flessibilità oraria

Una rivoluzione nell’orario di lavoro è comunque in corso in molte piccole e medie realtà. Sono tante le soluzioni adottate dalle aziende. Come già detto, in primis il ricorso al lavoro agile. Dunque la possibilità di accedere a particolari soluzioni di flessibilità oraria.

Rivoluzione nell’orario di lavoro: l’aiuto della tecnologia

La prospettiva di migliorare o almeno mantenere la produttività, non variando il salario ma riducendo lo stress dei dipendenti, è allettante anche per i sindacati. Secondo questi infatti, la vera rivoluzione sarebbe di sfruttare i progressi della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. A favore di una flessibilità oraria, con riduzione nell’orario di lavoro dei dipendenti. Tanto che è stata recentemente avanzata dall’Inghilterra la proposta, da parte proprio della presidente della Federazione sindacale, di passare da 5 a 4 giorni lavorativi alla settimana.

La tecnologia potrebbe infatti non tanto andare a sostituire la presenza umana, quanto collaborare con essa a fare le cose più velocemente. Ciò potrebbe portare ad una riduzione dell’orario lavorativo. A favore di un maggiore tempo libero.

La IDC, azienda specializzata in ricerche di mercato, stima che entro il 2023 i manager dirigeranno dipendenti in maniera sempre meno dipendente dal luogo e dal tempo di lavoro. Dunque dovranno essere rivalutati gli orari di lavoro. Stima inoltre che le aziende doteranno i propri dipendenti di strumentazione sempre più tecnologica (dispositivi indossabili) per migliorare la sicurezza e la produttività del personale.

Ordinario e straordinario

C’è chi vorrebbe lavorare meno, ma prendere lo stesso stipendio, e chi in effetti lavora di più, e comunque prende lo stesso stipendio. Le aziende oggi possono decidere come pagare le ore straordinarie. Queste ore aggiuntive effettuate dal lavoratore dipendente possono essere effettivamente pagate. Oppure possono finire in un monte ore dal quale il lavoratore stesso “pesca” nel momento del bisogno. Un caso particolare è però rappresentato dal ricorso al lavoro agile, nel quale il concetto dello “straordinario” perde di significato. Infatti lo smart working prevede per definizione il lavoro per obiettivi e non per ore. Il datore ne guadagna in quanto non paga le ore eventualmente eccedenti. D’altro canto il dipendente, non avendo obiettivi temporali, non può richiedere uno stipendio maggiore, lavorando fuori dall’ufficio tradizionale.

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